…erano colonne, erano colori, erano facce strane, erano spazi raggomitolati, erano vetri rotti che crepitavano sotto i nostri timorosi passi. Cerchiamo l’ordine, rincorriamo le certezze, inseguiamo tranquille coperte intrecciate di consuetudini e dimentichiamo l’emozione di trovarci in spazi nuovi, il respiro mozzato dalla destabilizzante sensazione di non sapere cosa ci aspetta dietro il prossimo angolo e l’adrenalina impazzita dalla scoperta di uscirne nuovi..
Vetri rotti che ti circondano, pezzi di vita scompigliati dal tempo, orbite imprevedibili di oggetti che si ritrovano insieme dopo chissà quali viaggi. E’ tutto così vicino da sembrare lontanissimo e così vero da sembrare impossibile.
Non vuoi nient’altro.
Scopri che lì sei nato e l’avevi dimenticato, nel gioco di specchi in cui vieni immerso tutto si ribalta e la vita ti sembra oramai sottosopra. Il tetto sfondato da chissà quali forze raggiunge quella bellezza che nessuna mano umana saprebbe dipingere. Tutto ha un ordine che arriva da lontano, lo percepisci senza afferrarlo, ti prende per mano e ti trascina dentro di sé in un abbraccio non vorresti mai abbandonare.
Scopri un’amore sottile che si infila nelle rigide maglie dei tuoi schemi, come un filo di fumo percorre i contorni delle tue ansie e le avvolge con una presa rassicurante… non devi aver paura… sono solo vetri rotti, parole sparse intorno a te che con il cuore potrai mettere insieme.